100 giorni e BILANCIO 2014
Il Consiglio Comunale del 4 settembre è coinciso con lo scadere dei primi 100 giorni di mandato. Oltre ad affrontare la materia all'ordine del giorno, il bilancio finanziario del Comune, è stata anche un'occasione per tracciare un primo bilancio generale di questi primi 3 mesi di amministrazione.
Dalla relazione di inizio mandato al piano generale di sviluppo, dal regolamento delle imposte comunali al piano triennale, tanti sono stati gli spunti per tracciare un quadro sulla situazione attuale e sulle prospettive future.
Riportiamo la parte introduttiva del Piano Generale di Sviluppo, in cui si analizza il contesto nel quale oggi siamo intenti a programmare il prossimo quinquennio:
Programmare,
gestire e investire in tempo di crisi economica
Lo stato di sofferenza dei conti pubblici ha portato alla cosiddetta “spending review” con cui è stata
disposta la revisione dei meccanismi di contabilità pubblica come strumento di
rigoroso controllo sulla spesa.
Le stringenti misure di contenimento della spesa pubblica hanno prodotto
un’ingerenza statale nell’autonomia finanziaria degli enti locali, rendendo
sempre più difficile l’attività di programmazione, in un clima di totale
incertezza sulle risorse a disposizione. I Comuni essendo sottoposti alla
continua riduzione dei trasferimenti erariali, alle restrizioni del patto di
stabilità, alle innumerevoli interdizioni su altrettante voci di spesa
pubblica, nonché alla ridefinizione dei principali tributi comunali (Imu, Tasi
e Tari) sono ormai costretti ad aumentare l’imposizione fiscale al fine di
garantire i servizi essenziali ai cittadini.
Il Piano di Sviluppo, concepito nell’ottica del mandato quinquennale,
cerca di focalizzare gli interventi ritenuti prioritari, in modo da selezionare
un elenco di azioni economicamente sostenibili a fronte delle recenti
normative, del taglio dei trasferimenti e del vincolo del patto di stabilità.
Due riflessioni sui capitoli di spesa:
-
SPESA CORRENTE:
La spending review, così come
attuata negli ultimi anni, spesso risulta un’arma a doppio taglio. Se da un
lato, a fronte della crisi, è responsabile e auspicabile un regime di
contenimento della spesa pubblica, dall’altro si possono verificare squilibri e
spiacevoli effetti collaterali. Il taglio della spesa di tipo “lineare”, nella
pratica, non ha premiato i comuni virtuosi, e rischia di compromettere
l’erogazione di quei servizi per i quali ad oggi si registrano livelli di spesa
già ridotti all’osso. Di conseguenza anche la ricerca di riduzione della spesa
corrente, allo scopo nobile di diminuire le imposte comunali, richiede
un’accurata analisi, affinché non si traduca in una continua restrizione che mette
a rischio la qualità dei servizi.
La riduzione eccessiva della spesa pubblica produce inoltre una
diminuzione delle opportunità di lavoro e il calo degli acquisti, diventando
parte attiva alla generazione della crisi economica che investe le nostre
aziende. Allo stato attuale il nostro Comune si avvale del gruppo volontari per
sostenere alcune opere di manutenzione per le quali non si ha la possibilità di
spesa e che potrebbero invece portare lavoro alle nostre aziende.
Il Governo centrale sta definendo i termini del passaggio da un bilancio
di previsione su base storica ad un nuovo modello fondato sulla base di costi
standard; l’aspettativa è che i nuovi parametri possano concretizzare una
riduzione della spesa più razionale e portare al superamento del patto di
stabilità.
-
INVESTIMENTI:
Il raggio di azione del nostro Comune nei prossimi 5 anni sarà sempre
più collegato al sistema di razionalizzazione della Pubblica Amministrazione
italiana in corso di attuazione. Da una parte la continua erosione dei
trasferimenti dagli enti superiori e il regime del patto di stabilità,
dall’altra la ricerca sempre più frequente di bandi di finanziamento
(regionali, statali, europei) per sostenere nuovi investimenti, giocheranno un
ruolo cruciale per il bilanciamento della spesa pubblica del nostro comune.
Limitazioni
al piano di sviluppo
Prima dell’entrata in vigore della legge n. 56/2014 (Legge Delrio) si
sarebbe potuto pianificare una gestione delle funzioni fondamentali in capo al
Comune oppure, sulla base di specifiche esigenze, una gestione in forma
associata, attraverso le convenzioni con altri comuni o ricorrendo alle Unioni
di Comuni. Oggi non si sceglie più, poiché la legge impone “l’obbligo” della
gestione associata, per tutti i comuni al di sotto di 5.000 abitanti come il
nostro. Ciò significa che siamo obbligati a trovare dei comuni-partner fino al
raggiungimento di tale soglia, a gestire in forma associata tutte le funzioni
fondamentali, attraverso le convenzioni, le Unioni o le fusioni.
Questo disegno di riassetto territoriale, pur ispirandosi alla spending review, non sembra affatto
generare delle economie, ne tanto meno assicurare i servizi a parità del
livello attuale. Inoltre l’introduzione della Centrale Unica di Committenza
renderebbe complicato, dispendioso e prolungato ogni processo di acquisto di
beni e servizi o di redazione di appalto per realizzare un’opera pubblica.
Infine rimane un grosso punto in sospeso in merito all’amministrazione
della Provincia. Ad oggi è stato sciolto il Consiglio elettivo e saranno
invitati i sindaci dei rispettivi comuni, a titolo gratuito, ad occuparsi
dell’amministrazione dell’ente di secondo livello. A ciò si aggiunge il pesante
taglio dei trasferimenti che mette a rischio l’attuazione delle funzioni,
aprendo a scenari del tutto incerti, circa addirittura l’eventualità che parte
delle funzioni ricada a spese dei singoli comini, per altro già in sofferenza.
Il Piano Generale di Sviluppo definisce gli obiettivi strategici del
Comune. Quindi quale strategia adottare per il prossimo quinquennio? La nostra
Amministrazione non può accettare che un disegno di legge cancelli anni di
Storia, la nostra autonomia locale e il principio di sussidiarietà verticale
che stanno alla base della bellezza e della ricchezza dell’Italia, e del
Piemonte in particolare. La strategia quindi è quella, se possibile di generare
“sviluppo”, o quanto meno di “mantenere” il livello di servizi e di efficienza
attuale. La strategia è quella di valorizzare, se non di salvaguardare,
l’identità e la specificità locale. La strategia è quella di proseguire con le
convenzioni e con l’Unione del Fossanese, perseguendo l’obiettivo di contenere
la spese, di restituire ai cittadini buoni servizi e di cercare le giuste
sinergie per portare nuovi investimenti sul territorio.
Se questa strategia non si sposa con la linea “politica” calata dall’alto, se non altro si sposa con la ragionevolezza e con la linea del “buon senso” praticata dal basso.
Se questa strategia non si sposa con la linea “politica” calata dall’alto, se non altro si sposa con la ragionevolezza e con la linea del “buon senso” praticata dal basso.
All’interno dei piccoli comuni non ci definiamo politici, ma
amministratori. Ci auguriamo che il vero disegno del legislatore non ambisca
all’estinzione di questi ultimi a favore dei primi.
Durante il Consiglio sono stati approvati i regolamenti delle imposte comunali IMU, TASI e TARI, che in un post precedente avevamo già presentato: LINK
Di seguito riportiamo le aliquote IMU e TASI:
IMU
Al fine
di mantenere l’equilibrio stabilito dal patto di stabilità, il gettito IMU stimato per l’anno 2014 ammonta a €. 570.176,00, a cui
si deve detrarre la decurtazione del gettito per trasferimento allo Stato delle
risorse del Fondo di Solidarietà Comunale di euro 229.429,00
in attuazione dell’articolo 1, comma 380, della legge n. 228/2012.
Per l’anno 2014 si è ritenuto equo applicare le
seguenti aliquote IMU e detrazioni di base dell’imposta municipale propria:
Fattispecie
|
Nuova
aliquota IMU
|
Precedente
aliquota
|
Abitazione principale e relative
pertinenze (solo categorie A/1, A/8 e
A/9)
|
4,0 per
mille
|
4,0 per
mille
|
Unità immobiliari ad uso produttivo
appartenenti al gruppo catastale D
(AL Comune solamente la quota
eccedente il 7,6 per mille che viene versato allo stato)
|
7,6 per
mille
|
9,1 per
mille
|
Unità immobiliari ad uso produttivo
appartenenti al gruppo catastale D 7 detenuti direttamente da chi svolge
attività
|
7,6 per
mille
|
8,5 per
mille
|
Altri immobili (esclusi i Fabbricati
rurali strumentali)
|
7,6 per
mille
|
9,1 per
mille
|
Terreni agricoli
|
7,6 per
mille
|
9,1 per
mille
|
Terreni agricoli condotti
direttamente
|
7,6 per
mille
|
8,5 per
mille
|
Aree Edificabili
|
7,6 per
mille
|
9,1 per
mille
|
Detrazione per abitazione principale
|
€ 200,00
|
€ 200,00
|
TASI
Per
quanto riguarda la TASI invece si è ritenuto corretto fissare le seguenti
aliquote, nel rispetto dei limiti fissati dall’articolo 1, comma 677, della
legge n. 147/2013, considerato di avvalersi della deroga alla clausola di salvaguardia
contenuta nell’articolo 1, comma 1, lettera a) del decreto legge n. 16/2014,
conv. in legge n. 68/2014, (di modifica al comma 677 della legge n. 147/2013) e
di aumentare l’aliquota TASI per tutti gli immobili diversi dall’abitazione
principale e dai Fabbricati rurali strumentali dello 0,5 per mille
Inoltre
che è intenzione dell’Amministrazione ripartire il carico tributario
complessivo nelle seguente modalità :
20% a
carico dell’utilizzatore
80% a
carico del possessore
Fattispecie
|
Aliquota
|
Detrazione forfettaria per le
abitazioni principali
|
Euro 20,00
|
Abitazione principale e relative
pertinenze (solo categorie A/1, A/8 e A/9)
|
2,00 per
mille
|
Abitazione principale e relative
pertinenze (escluse categorie A/1, A/8 e A/9)
|
2,00 per
mille
|
Fabbricati rurali strumentali
|
1,00 per
mille
|
Altri immobili
|
3,00 per
mille
|
Aree Edificabili
|
3,00 per
mille
|
In
ordine all’applicazione delle detrazioni TASI per abitazione principale, si è
ritenuto di stabilire una riduzione forfettaria di euro 20,00 ad abitazione
incluse le pertinenze .
Con
tale detrazione si prevede un incasso dalla TASI per abitazione principale e
pertinenze di euro 93.054,00. Tale incasso risulta inferiore a quello dell’Imu
2012 per abitazione principale in quanto nel 2012 era stata introitata la somma
di euro 94.012,92. Per pertinenze dell’abitazione principale si intendono
esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2-C/6 e C/7,
nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie
catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso
abitativo.
Il
gettito TASI è stato stimato complessivamente in €. 487.045,00 derivante
dall’applicazione delle aliquote e delle detrazioni di cui sopra;
I
servizi indivisibili alla cui copertura è finalizzato il gettito TASI sono i
seguenti:
N.
|
SERVIZIO
|
COSTI TOTALI
|
1
|
Illuminazione pubblica
|
€
128.217,64
|
2
|
Sicurezza
|
€ 57.135,64
|
3
|
Manutenzione strade e sgombero neve
|
€
160.460,92
|
4
|
Manutenzione del verde
|
€ 29.542,75
|
5
|
Protezione civile
|
€ 5.889,76
|
6
|
Biblioteca
|
€ 21.961,97
|
7
|
Attività culturali e manifestazioni
|
€ 22.748,35
|
8
|
Pubblica istruzione
|
€
200.398,92
|
9
|
Servizi Socio Assistenziali
|
€
164.347,29
|
10
|
Gestione Cimitero
|
€ 21.785,72
|
TOTALE
|
€ 812.488,96
|
a
fronte di un gettito di €. 487.045,00 (copertura 59,94 %);
Commenti
Posta un commento